Siamo in piena campagna maremmana, nella vallata dell’Ombrone. Seguiamo una strada sterrata che supera un piccolo agglomerato di case fino a che non ci troviamo davanti al Monastero di Siloe. E’ una struttura moderna, caratterizzata da pannelli di vetro che le conferiscono un tono accogliente.
Ad attenderci troviamo Frate Flavio, uno dei monaci della comunità benedettina, che risponde in modo esauriente a tutte le nostre curiosità sulla realizzazione di questo monastero totalmente immerso nella natura. Se l’illuminazione è garantita dai pannelli fotovoltaici, il riscaldamento dell’acqua avviene attraverso la combustione del nocciolo delle olive, presenti in grandissimo numero grazie ai tanti uliveti tutt’intorno.
Una delle finalità principali della fondazione che ha finanziato il progetto è stata quella di creare un’azienda agricola, che nascesse con l’idea di rispettare l’ambiente e di recuperare alcune coltivazioni abbandonate o perdute del tutto, per via delle costanti migrazioni dalle campagne alla città avviate negli anni sessanta.
Il fiore all’occhiello delle varie coltivazioni è il peperoncino. In corrispondenza del migliore panorama sulla vallata, si trova la peperonaia, suddivisa in numerose varietà di peperoncini, che spuntano tra piante che in alcuni casi superano i due metri d’altezza. Lo spettacolo di colori è impressionante: si va dal classico rosso al verde chiaro, dal giallo al verde bottiglia.
“I colori di Siloe” è un prodotto che combina le varietà di peperoncini. Perchè Siloe? Nell’Antico Testamento si parla della piscina di Siloe che, grazie ad un canale fatto scavare nella roccia dal re Ezechia, assicurava il rifornimento dell’acqua a Gerusalemme anche durante gli assedi. Quest’acqua venne quindi ritenuta come il segno della protezione divina sulla città. Il caso ha voluto che la comunità monastica si sia trasferita in Maremma proprio grazie ad una donazione di un podere denominato “Le Pescine” per la presenza in loco di una sorgente d’acqua. Attraverso il sistema d’irrigazione, l’acqua è il principale nutriente delle piante di peperoncino, che una volta raccolto a mano viene essiccato in laboratorio, prima della macinazione e della tritatura.
Frate Flavio ci confida che “è un prodotto eccellente per condire i piatti e si può anche usarne in buona quantità, dato che in questa nostra combinazione un tipo di peperoncino più piccante si compensa con un altro tipo meno intenso”. E allora… non resta che assaggiare!

