“Il brigidino è Lamporecchio e Lamporecchio è il brigidino”. E’ anche grazie all’azienda locale Rinati se ciò è stato possibile, avendo fatto conoscere in tutto il mondo questa delizia dal gusto così particolare.
L’idea di portare il brigidino oltre i confini di questo piccolo paese prima a Firenze, poi nel resto d’Italia venne ad un imprenditore del posto. Quest’ultimo ritenne che ci si potesse spingere oltre la dimensione della vendita ambulante, dato che era tradizione che i brigidini venissero proposti in occasione di sagre e feste di paese, ovvero puntare ad una produzione più ampia e distribuita durante tutto l’anno.
Proprio come ha fatto l’azienda Rinati che dal 1982 rappresenta, proprio nel territorio dove sono stati inventati i brigidini, l’unica realtà imprenditoriale rispetto ai venditori ambulanti che ancora oggi vendono il prodotto sfuso nelle tipiche bancarelle.
Claudio, il responsabile dell’azienda, ci racconta l’origine del brigidino. Leggenda vuole che le monache del convento di San Baronto, devote a Santa Brigida (una religiosa svedese vissuta nel XIV secolo) producessero questi biscotti, che avevano peraltro la funzione di essere utilizzate come ostie durante la messa. Con la diffusione di questo particolare dolce nel paese di Lamporecchio e sulle colline circostanti, moltissime famiglie della zona, in gran parte di estrazione contadina, erano solite preparare i brigidini per degustarli al caldo del camino durante l’inverno.
La semplicità degli ingredienti (farina, zucchero, uovo) e della lavorazione (due soli passaggi, ovvero impasto e modellazione) hanno consentito di stabilire un legame inscindibile tra questo paese nel cuore della Toscana e il suo celebre prodotto. E’ proprio così: Lamporecchio è il brigidino, il brigidino è Lamporecchio.

