Scopri di più sul riso biologico che fa parte della Box Maremma di Radici Italiane.
Quando dalla città di Grosseto si imbocca la strada per il mare, prende forma il paesaggio delle risaie. Zona storicamente paludosa, la natura originaria di questi luoghi ha favorito la coltivazione del riso, che ha bisogno di un’umidità costante. Oggi, grazie alle attenzioni poste dai nuovi produttori, viene prodotto il riso biologico. Non è previsto l’utilizzo di alcun prodotto chimico durante tutto l’arco del processo produttivo.
Siamo nelle risaie della Tenuta San Carlo, azienda agricola fondata nel 1936 da Achille Gaggia, che decise di trasferirsi dal Veneto alla Maremma, pochi decenni dopo la completa bonifica di queste terre. Ariane, la pronipote, rappresenta la quarta generazione. E’ nata negli Stati Uniti ma ha deciso di riscoprire le sue radici trasferendosi in Italia e gestendo in prima persona l’azienda.
Ariane ci spiega che la raccolta del riso è un momento di grande condivisione. Per fortuna non più tanto faticoso come un tempo perché molte lavorazioni, come la trebbiatura, sono svolte da macchinari specializzati. In ogni caso, oggi come nel passato si tengono conto dei cicli naturali. Una volta terminato il raccolto in ottobre, nello stesso mese si procede alla semina, finché in maggio il riso inizierà a crescere e si sarà pronti per il nuovo raccolto.
La varietà Carnaroli è un riso molto pregiato, caratterizzato da un chicco lungo, una buona consistenza soda e un alto contenuto di amido. Oltretutto può vantare un’eccellente tenuta di cottura, tutte qualità che hanno fatto meritare al riso Carnaroli il soprannome di “Re dei risi”.
La bella confezione in cartone vuole essere un omaggio ai nonni, il cui lavoro ha permesso la coltivazione del riso biologico dove prima regnavano incontrastate le paludi. Un prodotto che racconta la storia della Maremma e le eccezionali conquiste della sua gente
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